Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma sottolinea la difficoltà dei controlli sull’aggiornamento professionale: «In un Ordine come quello di Aosta, che è molto piccolo, è molto più semplice vedere se tutti i medici sono formati. In un Ordine come il mio di Roma, 45mila iscritti, dovrei stare qualche giorno o qualche mese a controllare se tutti quanti hanno fatto quello che dovevano fare»
Un sistema telematico di ‘alert’ che avvisi i camici bianchi non in regola con l’obbligo dell’aggiornamento professionale. È la proposta che lancia il Presidente dell’Ordine die Medici di Roma Antonio Magi a Sanità Informazione. Il dibattito sulla formazione continua a tenere banco nel mondo medico dopo il caso del primo camice bianco sanzionato per non aver rispettato l’obbligo della formazione continua e il servizio di Striscia la Notizia che ha messo in risalto come ancora il 20% dei camici bianchi non sia in regola con la formazione ECM. «Quando uno si laurea in Medicina sa già che non smetterà mai di studiare», sottolinea Antonio Magi, ricordando come la formazione è prima di tutto un dovere deontologico. Magi però mette in risalto le difficoltà che può avere un grande Ordine, come quello di Roma, nell’effettuare i controlli: «In un Ordine come quello di Aosta, che è molto piccolo, è molto più semplice vedere se tutti i medici sono formati. Ma a Roma, con 45mila iscritti, dovrei stare qualche giorno o qualche mese a controllare se tutti quanti hanno fatto quello che dovevano fare».
Presidente, c’è stata recentemente la sentenza del CAO Aosta che ha sanzionato per la prima volta un medico che non ha adempiuto all’obbligo della formazione continua. Che ruolo possono giocare gli Ordini per far rispettare l’obbligo della formazione?
«Un ruolo molto importante nel controllare che i medici rispettino gli obblighi di legge. Ovviamente ci devono essere degli strumenti adeguati. Per esempio in un Ordine come quello di Aosta, che è molto piccolo, è molto più semplice vedere se tutti i medici sono formati. In un Ordine come il mio di Roma, 45mila iscritti, dovrei stare qualche giorno o qualche mese a controllare se tutti quanti hanno fatto quello che dovevano fare. La soluzione telematica che ci può aiutare, l’informatica. Poter essere collegati ad esempio con il Cogeaps (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie, ndr) e sapere immediatamente con una segnalazione di alert se c’è una situazione in cui possiamo avvisare il collega che non ha ancora adempiuto quelli che sono i suoi obblighi formativi e metterlo nelle condizioni di recuperare».
Pensa a un meccanismo premiale o a delle sanzioni per invogliare i medici a rispettare l’obbligo formativo?
«Secondo me né premiale né sanzioni, il medico deve sapere che si deve formare, fa parte della professione. Quando uno si è laureato in Medicina sa già che non smetterà mai di studiare. Bisogna sempre studiare, sempre aggiornarsi perché la medicina va avanti e bisogna essere sempre al passo con i tempi».