Sono 1900 i medici podologi in tutta Italia e la maggior parte lavorano nel privato. «Siamo una categoria piccola e abbastanza giovane anche se viene da lontano»
Alla politica «chiediamo maggiore coinvolgimento». È l’appello lanciato dal presidente dell’AIP, Associazione Italiana Podologi, Valerio Ponti, in occasione del primo Congresso nazionale del maxi Ordine delle professioni sanitarie che si è svolto a Rimini. Un passaggio storico per l’Irdine nato con la legge 3 del 2018, meglio nota come legge Lorenzin, che racchiude 19 professioni, dai fisioterapisti ai tecnici di laboratorio, dai logopedisti agli igienisti dentali e appunto i podologi. «Noi siamo una professione quasi esclusivamente privatistica, – ci spiega a margine del convegno – ci sono poche mosche bianche che lavorano nei reparti di ‘piede diabetico’» e quindi nel settore pubblico.
«Forse è un po’ sottovalutato il problema ‘piede’ – racconta ancora Ponti – specialmente nelle malattie cronico-degenerative come possono essere il diabete, l’artrite reumatoide, ma anche per la prevenzione. Bisogna parlare del piede del bambino proprio poi per non arrivare a dei quadri di patologie nel soggetto adulto. Quindi vorremmo un maggior coinvolgimento nel Sistema sanitario nazionale. Qualora non fosse possibile, vorremmo che almeno si cominci ad accreditare gli studi podologici, già presenti e capillari sul territorio con il SSN».
«Noi podologi dal censimento che è stato fatto con l’iscrizione presso gli ordini – continua il presidente Ponti – siamo 1900 professionisti in Italia. Siamo una categoria piccola e abbastanza giovane anche se viene da lontano. Soprattutto la nostra, associazione nata nel 1974, quindi ha un po’ percorso tutte le tappe dell’evoluzione della podologia insieme alle altre professioni sanitarie. Poi nel 1994 con i decreti ministeriali che hanno istituito i profili professionali e adesso finalmente con l’albo dell’ordine».
Infine, riguardo all’istituzione degli Ordini TSRM e PSTRP, il podologo Valerio Ponti conclude: «Lo spirito è di grandissimo entusiasmo, un evento importantissimo. Ci approcciamo a questa nuova realtà ordinistica con grande entusiasmo e consapevolezza dell’importanza della realtà ordinistica, come organo sussidiario dello Stato. Vediamo adesso come procederanno i lavori».