«Un Regolamento ancora non del tutto chiaro, servono decreti attuativi esplicativi». Così il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma commenta la nuova normativa europea
Il Data Protection Officer (DPO) sarà un medico o un informatico? Il professionista sanitario dovrà gestire le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT)? Cambieranno le applicazioni della normativa da medico a medico? Il nuovo Regolamento sulla privacy – in vigore dal 25 maggio – è ancora un groviglio d’incertezze secondo Antonio Magi, Presidente OMCeO Roma, secondo il quale «servirebbero al più presto decreti applicativi chiarificatori. Tutte le leggi all’inizio risultano complesse da mettere in pratica, ma con i decreti diventa tutto più chiaro».
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«L’Unione Europea ha fornito raccomandazioni esplicative di modifica della normativa sul trattamento dei dati – prosegue il Presidente –, ma per noi professionisti sanitari le cose non sono così chiare. Principalmente non sappiamo chi dovrà gestire i dati del paziente: il medico o l’informatico? Su questo e su altre incertezze, vorremmo fare una richiesta al Garante per capire come questi aspetti devono essere veicolati: una cosa è una società che ha dati personali e che deve poter gestire (come può essere l’esigenza degli ospedali), un’altra cosa è il singolo medico che non è una struttura e che non ha un’organizzazione dietro: che deve fare, quindi?».
«Abbiamo paura di sbagliare» aggiunge il rappresentante dei camici bianchi romani, che sottolinea la necessità per il medico di avere delle regole scritte a cui poter far riferimento, ed è proprio per questo che «l’OMCeO di Roma – prosegue Magi – ha preparato un vademecum che presto sarà a disposizione dei professionisti». Inoltre l’Ordine romano mette a disposizione una email d’emergenza, privacy@ordinedeimedicidiroma.it, alla quale risponderanno dei consulenti che potranno fornire supporto in caso di necessità».
«Magari i primi tempi potrebbero esserci piccoli intoppi – conclude Magi – ma speriamo che al più presto le nuove regole diventino routine. Una cosa soltanto non mi è chiara: vista la necessità di una normativa così stringente (per certi versi anche costosa) che indubbiamente è imprescindibile, mi chiedo, ma finora come abbiamo fatto?».
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