La Commissione europea: «La protezione delle informazioni personali è elemento centrale della nostra legislazione. I cittadini avranno ancora più controllo». E su Cambridge Analytica: «Seguiamo le indagini con molta attenzione»
È stato il caso Cambridge Analytica a farci rendere conto dell’importanza della privacy e della protezione dei dati personali? A ricordarci di tutte le volte che svogliatamente e senza attenzione abbiamo firmato fogli scritti fitti fitti o selezionato la casella “Ho letto e accettato l’informativa sulla privacy” senza aver, in realtà, né letto né capito niente? Può darsi. Di certo, lo scandalo che ha coinvolto Facebook e che pare abbia influenzato le campagne elettorali per le presidenziali statunitensi e per il referendum sulla Brexit, ha aperto gli occhi di tutti.
Di fatto, però, la Commissione Europea aveva già fiutato la preoccupazione dei cittadini degli Stati Membri sulla protezione dei dati personali e la scorsa estate aveva lanciato una consultazione pubblica sui dati sanitari nel mondo digitale. È proprio il Commissario europeo per la Salute Vytenis Andriukaitis a comunicare a Sanità Informazione il risultato più notevole del sondaggio: «Il 70% dei cittadini UE che hanno risposto alla consultazione ha dichiarato di essere molto preoccupato per la privacy dei propri dati sanitari».
È chiaro che si tratti di un tema «molto delicato», commenta il Commissario: «Parliamo di un ambito su cui la Commissione è particolarmente attenta. Proprio per questo abbiamo adottato un nuovo Regolamento, che entrerà in vigore il prossimo maggio, che pone la protezione dei dati personali al centro della nostra legislazione».
Si chiama GDPR, acronimo di General Data Protection Regulation, e verrà applicata in tutti gli Stati Membri dal 25 maggio. «La protezione dei dati è un diritto fondamentale – prosegue Andriukaitis – e come tale va disciplinata. Il Regolamento riconosce ai cittadini ancora più controllo sui propri dati, migliorando la sicurezza sia delle informazioni presenti on line che off line. Ad esempio, gli operatori possono utilizzare i dati solo con il consenso della persona, e tutti hanno diritto ad accedere ai propri dati personali per modificarli o cancellarli».
«La Commissione proporrà linee guida e chiarirà come attuare le novità contenute dal Regolamento – specifica il Commissario -, perché adesso dobbiamo informare tutti gli operatori ed i cittadini dell’esistenza di questo nuovo strumento legale adottato a livello europeo».
Il Commissario non risponde quando gli chiediamo se è possibile che lo scandalo datagate coinvolga anche dati sanitari, precisando che è un tema che non rientra strettamente tra le sue responsabilità. Ci tiene a sottolineare, tuttavia, che «la Commissione segue con molta attenzione le indagini, analizzerà tutte le informazioni e risponderà nel modo più chiaro possibile».
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