Master, Fad, corsi di formazione, convegni, congressi e viaggi deducibili integralmente per professionisti ed autonomi entro i 10mila euro l’anno
Il Senato, lo scorso 10 maggio 2017, ha approvato definitivamente il disegno di legge n. 2233-B per la tutela del lavoro autonomo, introducendo una serie di garanzie per questa tipologia di lavoratori. Le più rilevanti: rafforzamento delle tutele per i giovani, riduzione al 25% dell’aliquota contributiva per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps ed estensione dell’indennità di disoccupazione a chi ha un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa.
Un’altra novità considerevole riguarda il capitolo formazione, obbligo previsto ormai da anni per gli iscritti agli Ordini professionali. La Legge ha modificato la disciplina fiscale, stabilendo l’integrale deducibilità delle spese sostenute dai liberi professionisti nell’ambito della propria attività per la formazione, limitate in precedenza al 50% del loro ammontare dal D.P.R. 917/1986 (Testo Unico Imposte sui redditi).
La detrazione passa dunque dal 50% al 100%, purché entro il limite annuo di 10mila euro. All’Articolo 9 della Legge 81/2017, infatti, si legge: «Sono integralmente deducibili, entro il limite annuo di 10.000 euro, le spese per l’iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale nonché le spese di iscrizione a convegni e congressi, comprese quelle di viaggio e soggiorno. Sono integralmente deducibili, entro il limite annuo di 5.000 euro, anche le spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità, mirate a sbocchi occupazionali erogati dagli organismi accreditati ai sensi della disciplina vigente». E le spese di vitto e alloggio? Anche queste rientrano chiaramente nel plafond dei 10.000 euro, a condizione che siano correlate alle esigenze di qualificazione professionale per incrementare il bagaglio di conoscenze ed acquisire abilità utili a una pratica valida ed esperta.
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Dunque, anche i camici bianchi libero-professionisti possono impiegare fino a 10 mila euro per l’Educazione Continua in Medicina, obbligo previsto per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e alla crescita professionale. Tenersi al corrente su tecnologie innovative e nuovi approcci terapeutici è possibile attraverso corsi di aggiornamento, master, convegni, e Fad. La legge, dunque, sprona ed agevola totalmente chi decide di impiegare il proprio tempo per migliorare la qualità del proprio lavoro con competenze specifiche e aggiornate in modo da poter essere un buon professionista della sanità.
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L’obbligo formativo standard è di 150 crediti triennali; per i liberi professionisti discorso a parte, nel senso che non è prevista una soglia base annuale purché sia rispettata la richiesta formativa alla fine del triennio. Ogni professionista può consultare la propria posizione sul sito COGEAPS e in modo da colmare eventuali mancanze e comunicare motivi di esonero o esenzione dall’obbligo ECM – maternità, aspettativa, malattia per gravi patologie -. Allo scadere di ogni anno, sul proprio profilo personale verrà fatta comunicazione della regolarità della posizione formativa.
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