«L’impatto di questi fenomeni sulla salute umana è devastante», così Flavia Bustreo, Vicepresidente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Alluvioni, tornado, ondate di siccità, scioglimento ghiacciai, frane e dissesti idrologici: è salato il conto che il pianeta ci presenta dopo millenni di sfruttamento dell’ambiente. All’indomani di un summit mondiale orientato a trovare un accordo tra Paesi per limitare le conseguenze dei cambiamenti climatici, il bilancio è allarmante e l’intervento è imprescindibile.
«Ogni Paese è colpito in maniera differente dai cambiamenti climatici, dunque sono diverse le ripercussioni sulla salute umana» dichiara Flavia Bustreo, Vicepresidente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità intervenuta al G7 a Milano per portare il contributo indispensabile dell’istituzione a cui appartiene. «In alcuni Paesi l’impatto del cambiamento climatico si manifesta sotto forma di potenti fenomeni ciclonici e alluvioni intense: è il caso del Bangladesh, delle Filippine e delle isole caraibiche, dove, a seguito di queste catastrofi, aumentano le malattie diarroiche perché la qualità dell’acqua diventa estremamente scarsa a causa della contaminazione fecale».
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«Anche se non sono sempre al centro dell’attenzione mediatica – prosegue il Vicepresidente – le malattie diarroiche sono una vera e propria piaga per alcune comunità e causano una percentuale di morte altissima soprattutto fra i bambini. Queste patologie causano un milione di decessi l’anno fra bambini sotto i 5 anni. Ovviamente nei Paesi dove queste alluvioni causano la deteriorazione delle qualità dell’acqua, l’impatto diretto e conseguente è un peggioramento della salute generale».
Me le alluvioni non sono l’unico cataclisma che causa conseguenze devastanti sulla salute umana: «Anche ondate di calore impreviste e fenomeni di siccità inconsueti e difficili da fronteggiare – spiega la Bustreo – sono causa di peggioramenti evidenti sulla salute umana. Mi riferisco all’Africa subsahariana per esempio, oppure al Niger in Africa occidentale, in questi territori il cambiamento climatico ha determinato una desertificazione crescente che impatta fortemente sulla sicurezza alimentare. Un esempio calzante è il caso del Sudan, in particolare la zona meridionale, intorno al Nilo: quel territorio è sempre stato famoso per essere il bacino di produzione di grano per tutta l’Africa. Da un paio di anni, a causa dei cambiamenti climatici e di una fortissima siccità, le coltivazioni sono seriamente a rischio».
«Per quel che riguarda le malattie infettive – prosegue la Vicepresidente – l’America latina è un caso esemplare: in Brasile, soprattutto nell’area amazzonica, si sta assistendo ad un aumento di vettori come zanzare che trasmettono malattie infettive. Mi riferisco al caso Zika: il virus pericoloso per la salute umana che si è diffuso velocemente da due anni circa non solo in America ma anche in altri territori, è diffuso da insetti che si fortificano grazie alle condizioni ambientali. Per non parlare della febbre dengue, malattia infettiva tropicale che si manifesta con un esantema simile a quello del morbillo, diffusa da una zanzara la cui puntura può causare diverse reazioni. Inoltre in questi ultimi mesi si è parlato tanto di chikungunya (CHIK), una malattia febbrile acuta virale, epidemica, trasmessa dalla puntura di zanzare infette, che abbiamo visto diffondersi anche in Italia recentemente. Su questi vettori non abbiamo ancora dati esatti ma notiamo un evidente aumento delle malattie quindi un innalzamento del rischio per la salute umana».
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