Come sarà il ‘dopo’? Innanzitutto, dovremo abituarci a convivere con il virus, almeno sino a che non sarà disponibile per tutta la popolazione un vaccino efficace. Questo significa che dovremo abituarci a mantenere le distanze di sicurezza e a mettere in atto le pratiche igieniche e organizzative idonee a limitare il contagio. Sarebbe consigliato poi […]
Come sarà il ‘dopo’? Innanzitutto, dovremo abituarci a convivere con il virus, almeno sino a che non sarà disponibile per tutta la popolazione un vaccino efficace. Questo significa che dovremo abituarci a mantenere le distanze di sicurezza e a mettere in atto le pratiche igieniche e organizzative idonee a limitare il contagio. Sarebbe consigliato poi vaccinare tutti gli over 55 contro l’influenza, in modo da facilitare la diagnosi differenziale con i nuovi casi di Covid-19. Visto che non possiamo escludere una nuova ondata epidemica, è assolutamente necessario monitorare l’accendersi di nuovi focolai in modo da stroncarli sul nascere. A questo proposito, il Comitato Centrale della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) ha formulato una proposta, inviata al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Le riflessioni del Comitato, anche alla luce di dolorose esperienze che hanno visto la scomparsa e il contagio di alcuni componenti, si fondano su dati concreti, su esperienze territoriali e di gestione ospedaliera che hanno oggettivamente mostrato i loro limiti nell’assistenza sanitaria in dimensione epidemica.
L’obiettivo prioritario è quello di una sorveglianza epidemiologica che consenta di tenere sotto controllo e trattare adeguatamente eventuali focolai a livello territoriale, anche al fine di evitare un nuovo ricorso al lockdown, con tutte le ricadute sanitarie ed economico-sociali che lo stesso comporta. Questa attività può essere svolta grazie a una capillare ed efficiente rete di Medici di Medicina Generale e di Pediatri di libera scelta che, insieme agli specialisti ambulatoriali, interni ed esterni, coprono efficacemente tutto il territorio nazionale e costituiscono la prima linea in termini sanitari. Sono questi i cosiddetti “medici sentinella”, che potrebbero e dovrebbero costituire il primo fattore strategico di difesa contro il ritorno e la ripresa del virus, in collaborazione con il dipartimento di prevenzione e coadiuvando i medici ospedalieri nella loro attività di assistenza, decongestionando le strutture ospedaliere. Questo dovrebbe attivare, a cascata, tutto un percorso, che contempli il tempestivo ricorso a test virologici e sierologici e la libera prescrittibilità di farmaci e che coinvolga anche epidemiologi, igienisti, pneumologi, infettivologi, anestesisti rianimatori, specialisti ambulatoriali, con il contributo essenziale degli Ordini professionali.
È il momento di una visione illuminata della sanità che spazzi ogni sterile rivendicazione di potere, rafforzando il sistema sanitario in termini di uniformità, efficacia ed efficienza come chiedono i professionisti della salute e i nostri cittadini.
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