La comunicazione fra medico e paziente può avvenire in contesti estremamente vari: può cambiare lo specialista e può cambiare la patologia, di base però la comunicazione segue un filo comune ed è il ‘come si comunica’. Su questo argomento interviene Enrico Pernazza, responsabile del ‘Coordinamento scientifico e qualità’ dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani: «Il rapporto con la […]
La comunicazione fra medico e paziente può avvenire in contesti estremamente vari: può cambiare lo specialista e può cambiare la patologia, di base però la comunicazione segue un filo comune ed è il ‘come si comunica’. Su questo argomento interviene Enrico Pernazza, responsabile del ‘Coordinamento scientifico e qualità’ dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani:
«Il rapporto con la malattia è un rapporto difficile che può alleggerirsi nel momento in cui sia il medico che il paziente cominciano a conoscere in maniera approfondita le caratteristiche della malattia. Per fare questo tuttavia c’è bisogno di due cose: della comunicazione medico-paziente e della fiducia medico-paziente, ma non unidirezionale, bidirezionale. Perché soltanto attraverso un colloquio di questo tipo, aperto, franco, chiaro, si possono avere le armi per gestire, in primo luogo, e per combattere, in secondo luogo, qualunque tipo di malattia, qualunque sia la prognosi. Anche perché siamo sotto lo stesso cielo: l’esistenza è permeata anche da valori che non sono soltanto valori tecnici, sono anche valori esistenziali e nel caso in cui ci possono essere delle risposte che possiamo non presupporre positive, dobbiamo trovare al nostro interno la forza di comprendere e giustificare il significato del nostro esistere».