Il contributo di Lorenzo Leogrande, Presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici
Come Ingegneri clinici italiani abbiamo contribuito senza limiti di tempo e di impegno all’enorme sforzo che ha svolto il nostro Paese per fronteggiare la situazione creatasi con la diffusione del Coronavirus. La criticità ci ha portato ad offrire il massimo impegno per assicurare la possibilità di allestire nuove postazioni di terapia intensiva, rispondendo alle direzioni sanitarie, alle unità di crisi, agli specialisti clinici impegnati in prima linea. La stretta collaborazione tra ingegneri clinici ed anestesisti, e con gli altri specialisti ed operatori di prima linea ha consentito inoltre l’adattamento in combinazione delle tecnologie presenti in sostituzione di sistemi più complessi coerentemente con il livello di severità delle condizioni dei pazienti.
Guardando al domani devo sottolineare che il futuro del SSN dal nostro punto di vista ci chiede in primis proprio questi passaggi: una corretta valutazione politica complessiva dell’importanza delle tecnologie healthcare; un riconoscimento chiaro e definitivo della nostra professione come centrale in tutto il sistema di governo delle tecnologie per la salute; una definita e continua collaborazione multidisciplinare tra i “professionisti-chiave”, sia di fronte alla quotidianità che di fronte all’emergenza.
Ma tutto questo deve avvenire in un contesto che NON può essere frammentato come nei mesi scorsi, pena il decadimento di tutto il sistema. Una certa evidente debolezza di una chiara ‘regia centrale’ ha pesato su tutto il SSN e in particolare sulle tematiche che hanno riguardato le tecnologie healthcare, denotando una mancata sensibilità su tematiche per noi molto delicate: dalla banale esplicitazione dei requisiti delle diverse apparecchiature acquisite, a problemi più tangibili come possibilità di utilizzare in emergenza (e quindi in deroga), apparecchiature che non avevano la marchiatura CE.
Da ultimo: proprio nella pandemia le scelte di acquisto centralizzate di tecnologie e di medical devices, da un lato sono state sacrosante, dall’altro però hanno manifestato una tremenda debolezza congenita. Vogliamo pertanto ricordare che nell’immediato futuro le catene di comando di politica sanitaria ed interne al SSN (non solo in situazioni emergenziali) dovranno essere accorciate e non allungate per avere la possibilità di offrire servizi efficienti, omogenei sul territorio e di alta qualità.
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