Non è necessario ribadire quanto l’emergenza Covid-19 abbia pesato sui malati oncologici, sono i dati a parlare. Diagnosi e biopsie dimezzate, 64% di interventi chirurgici con ritardi e il 57% di visite in meno dei pazienti. Intervenire è urgente e per questo noi di Favo, Aiom, Airo, Sico, Sipo e Fnopi, abbiamo stilato un documento […]
Non è necessario ribadire quanto l’emergenza Covid-19 abbia pesato sui malati oncologici, sono i dati a parlare. Diagnosi e biopsie dimezzate, 64% di interventi chirurgici con ritardi e il 57% di visite in meno dei pazienti. Intervenire è urgente e per questo noi di Favo, Aiom, Airo, Sico, Sipo e Fnopi, abbiamo stilato un documento con tutte le istruzioni necessarie per affrontare la fase 2.
In primis, sarà necessario dedicare attenzione al potenziamento delle cure territoriali, in associazione con l’assistenza domiciliare e implemento della telemedicina. Questo significherà trattamento oncologico domiciliare per tutte le situazioni che lo consentono e telemedicina anche per seguire i trattamenti attivi. Priorità sarà un incremento dell’attività chirurgica del 20-30% per recuperare i pazienti non trattati durante l’emergenza. Anche la radioterapia, le cui attività non sono state ridotte, andrà aggiornata nelle sue tecnologie. Senza dimenticare il sostegno psicologico dei pazienti, di cui chiediamo un solido potenziamento.
Prevenzione e interventi socio-sanitari sono al centro della gestione dei malati oncologici. Per tre mesi gli screening di tumore al colon retto, alla mammella e alla cervice sono stati sospesi. La riattivazione del servizio diagnostico è pertanto essenziale. Con il pieno funzionamento delle Reti oncologiche tutte le Regioni avranno la possibilità di garantire l’assistenza migliore a 360 gradi. In una logica di centri Hub in cui concentrare i casi complessi e centri Spoke in cui effettuare il resto delle prestazioni. Possibile solo con un importante snellimento delle procedure burocratiche.
Tutti questi obbiettivi saranno realizzabili solo con il coinvolgimento attivo e strutturato delle Associazioni dei pazienti, perché si crei un modello tarato sulle reali necessità.
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