Sono tre i punti da cui ripartire dopo l’emergenza Covid. In primis una diversa relazione tra regioni e Stato centrale nella gestione della sanità, con un anche diverso equilibrio di poteri. Non sono una fautrice di un riaccentramento ma sicuramente serve un ripensamento. Purtroppo in questi mesi è andata in scena una contrapposizione tra governo […]
Sono tre i punti da cui ripartire dopo l’emergenza Covid. In primis una diversa relazione tra regioni e Stato centrale nella gestione della sanità, con un anche diverso equilibrio di poteri. Non sono una fautrice di un riaccentramento ma sicuramente serve un ripensamento. Purtroppo in questi mesi è andata in scena una contrapposizione tra governo centrale e governi regionali spesso dovuta a differenze di colori politici: questo è andato a discapito dei cittadini. Il Covid ha solo enfatizzato un problema che andava avanti da tempo. L’articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto alla Salute e questo diritto deve essere uguale per tutti, su tutto il territorio nazionale.
Serve poi un forte investimento sul Ministero in quanto tale come istituzione. Più competenze, più forza, più risorse economiche e più risorse umane. Allo stesso tempo bisogna pensare a incrementare gli investimenti sulla ricerca medica.
Il futuro della sanità è nel territorio. Occorrerà una diversa organizzazione, forse anche persino riducendo il numero di pazienti per medico, magari trovando anche la possibilità di garantire più tempo ai medici per i propri pazienti. Va rafforzato il ruolo del territorio e il coordinamento. Da questo punto di vista si può guardare al modello tedesco. È più efficiente del nostro, per esempio nel ruolo degli ambulatori: dal medico si ha una prima risposta, un filtro importante per evitare di intasare i Pronto soccorso. Bisognerebbe capire come mai nel periodo del Covid-19 i pronto soccorso erano vuoti. È vero che le persone hanno rinunciato a curarsi ma è anche vero che evidentemente c’è un accesso al Pronto soccorso così alto perché non c’è una risposta precedente. Come già abbiamo iniziato a fare, occorre che gli studi dei medici di famiglia siano forniti di macchinare per le analisi, di strumenti per le medicazioni. E questo deve valere anche per la rete di pediatria.
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